IQNA

Alluhuf, Le vicende di Karbala - parte 21

23:49 - October 15, 2020
Notizie ID: 3485576
Iqna - Il presente libro è la narrazione della tragica vicenda di Karbalà ed è la traduzione, dalla versione persiana, dell’opera “Alluhúf Alà Qatla-t-tufúf” del grande sapiente shi°ita Sayyid Ibn Tawus

Alluhuf, Le vicende di Karbala - parte 21

 

L’ambasciatore del re di Bisanzio

Il quarto Imam narra che dal momento in cui la sacra testa di Husseyn (as) fu portata da Yazid, il maledetto iniziò a organizzare una serie di feste del vino nelle quali metteva davanti a se la sacra testa di Husseyn (as) e beveva la bevanda proibita. In una di quelle occasioni giunse l’ambasciatore del re di Bisanzio. Egli disse: “O re d’Arabia, di chi è questa testa?” Il perfido rispose: “Cosa ti interessa?”. Disse: “Quando tornerò dal mio re mi chiederà riguardo a tutto ciò che ho visto; mi farebbe dunque piacere raccontargli la storia di questa testa e del suo padrone, affinché possa condividere con te tanta gioia ed allegria”. Yazid disse: “Questa è la testa di Husseyn, figlio di °Alì Ibn Abitalib”. L’uomo chiese: “Chi è sua madre?”. Yazid disse: “È Fatima, figlia dell’Inviato di Dio”.

L’ambasciatore del re di Bisanzio disse: “Tu e la tua religione mi disgustate! La mia religione {il Cristianesimo} è migliore della vostra. Mio padre era uno dei discendenti di Davide e tra me e questo nobile Profeta ci sono molte generazioni a dividerci; nonostante ciò i Cristiani mi stimano e raccolgono la terra sulla quale passo a titolo di dono di buon augurio, e ciò, solo perché sono uno dei discendenti di Davide. Voi però uccidete il figlio della figlia del vostro Profeta, nonostante vi sia una sola generazione a dividervi da esso. Che brutta religione avete!”. Proseguí poi dicendo: “Hai mai sentito la storia della chiesa di Hafer?”. Yazid rispose: “Raccontamela!”.

Disse: “Tra l’Oman e la Cina esiste un mare che a percorrerlo tutto ci vuole un anno di viaggio. In esso non vi è luogo abitato all’infuori di una città situata in mezzo alle sue acque, su di un’area d’ottanta parasanghe per ottanta parasanghe {una parasanga è pari a 6.240 metri}; sulla faccia della terra non esiste città piú grande di questa. Da essa vengono esportate agli altri paesi pietre preziose e canfora, i suoi alberi sono l’aloe e l’ambra grigia.

È completamente dominata dai Cristiani e in essa esistono molte chiese; la piú grande di queste è quella di Hafer, sul cui altare è appesa una scatola d’oro nella quale è custodito uno zoccolo, che si dice appartenuto a un asino sul quale è salito Gesú Intorno alla scatola vi sono degli addobbi di seta e ogni anno un gran numero di Cristiani vengono a visitare questa chiesa: girano intorno a quella scatola, la baciano e li esprimono le loro richieste a Dio.

Sí, i Cristiani si comportano in questo modo ed è questa la loro convinzione riguardo a quello zoccolo, che credono appartenere all’asino sul quale è salito il loro profeta Gesú. Voi però uccidete il nipote del vostro Profeta. Possa Iddio non concedere la sua benedizione a voi ed alla vostra religione!”.

Yazid disse allora: “Uccidete questo Cristiano per evitare che vada a disonorarmi nel suo paese”. L’uomo, che sentiva ormai la morte vicina, disse: “Vuoi uccidermi?!”. Rispose Yazid: “Sí!”. Disse allora il nobile uomo: «Sappi allora che ieri sera ho sognato il vostro Profeta che mi diceva: “O Cristiano, tu andrai in Paradiso”; questa lieta novella mi ha stupito. Ora però attesto che non v’è altra divinità all’infuori d’Allah e attesto altresí che Muhammad è Suo messaggero». Diventò cosí Musulmano. Prese poi la sacra testa di Husseyn (as), la strinse al petto e, piangendo, iniziò a baciarla. In questo stato fu spietatamente ucciso.

La storia di Minhàl

Un narratore di hadith dice: «Un giorno Zein al-‘Abidin (as) uscí di casa per fare una passeggiata nei bazar di Damasco. Minhàl Ibn Amr venne da lui e gli disse: “O figlio del Messaggero d’Allah, come stai?”. Rispose: “Come stavano i figli d’Israele tra la gente del Faraone, che decapitava i loro figli maschi e lasciava in vita le loro donne. O Minhàl, gli Arabi si vantano davanti agli altri popoli del fatto che Muhammad è arabo e i Quraish si vantano dinanzi al resto degli Arabi per il fatto che egli appartiene a loro: noi siamo la sua famiglia e nonostante ciò siamo stati privati dei nostri diritti, uccisi e dispersi. Perciò, o Minhàl, bisogna proprio dire ‘Innà lillah wa innà ilayhi raji´un’ per lo stato in cui ci troviamo”

Che bella poesia ha composto Mahiar: “Per rispetto dell’Inviato d’Allah venerano i pezzi di legno con cui è stato costruito il suo pulpito, poi però calpestano sotto i loro piedi i suoi figli. In base a che legge dovrebbero seguirvi i figli del Profeta ? E pensare che vi vantate di essere suoi seguaci”

 

 

 

 

 

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