IQNA

Alluhuf, Le vicende di Karbala - parte 23

22:20 - October 19, 2020
Notizie ID: 3485590
Iqna - Il presente libro è la narrazione della tragica vicenda di Karbalà ed è la traduzione, dalla versione persiana, dell’opera “Alluhúf Alà Qatla-t-tufúf” del grande sapiente shi°ita Sayyid Ibn Tawus

Alluhuf, Le vicende di Karbala - parte 23

 

La carovana arriva nei pressi di Medina

Dopo aver lasciato Karbalà si diressero verso la santa città di Medina. Bashir Ibn Jazlam dice: «Quando arrivammo nei pressi di Medina, °Alì Ibn-l-Husseyn scese e impiantò delle tende; fece dunque scendere le donne e mi disse: “O Bashir, che Iddio benedica tuo padre che era un poeta. Sei tu forse un poeta?”. Io risposi: “Sí, o figlio del Profeta, anch’io sono un poeta”.

L’Imam (as) disse allora: “Vai a Medina e informa la gente del martirio di Husseyn”. Io montai sul mio cavallo e mi diressi rapidamente verso Medina; quando raggiunsi la Moschea del Profeta, iniziai a piangere e recitai questi versi: “O gente di Medina, non rimanete piú qui, poiché Husseyn è stato ucciso; è a causa del suo martirio che le mie lacrime cadono come pioggia. Cadde il corpo di Husseyn in un bagno di sangue a Karbalà e il destino della testa sua, fu, sulla punta di una lancia, di girar di città in città”. Dissi poi: “Ora °Alì Ibn-l-Husseyn, con le sue zie e le sue sorelle, è alle porte della città e io sono stato inviato da lui per dirvi dove si trova”.

Le donne di Medina, che fino a quel momento erano rimaste nascoste dietro i loro veli, a sentire queste parole uscirono dai loro veli e gridarono: “Wawailà, wa thabúrah”. Fino a quel giorno non avevo mai visto tanta gente piangere, non avevo mai visto un giorno piú triste di quello per i Musulmani.

Sentii una donna piangere, lamentarsi per Husseyn (as) e dire: “Una persona mi ha informato del martirio del mio signore, del mio padrone; con ciò mi ha fatto profondamente soffrire, mi fatto ammalare, mi ha spossato. Occhi miei, siate generosi nel versare lacrime, piangete senza posa per Husseyn, che con il suo martirio ha fatto tremare il trono divino, ha danneggiato la religiosità e la gloria. Versate lacrime per i figli del Messaggero di Allah e del suo vicario, °Alì Ibn Abitalib, anche se oggi egli è lontano da noi”.

Dopo aver recitato questa poesia disse: “O tu che ci hai portato questa notizia, rinnovandoci il dolore che proviamo per il martirio di Abi Abdillah, aumentando le ferite che hanno subito i nostri cuori a causa della sua morte, chi sei?”. Risposi: “Sono Bashir Ibn Jazlam e sono stato mandato dal mio signore, °Alì Ibn-l-Husseyn, che ha fatto sosta nel tal luogo con la famiglia di Abu Abdillah”.

La gente di Medina mi abbandonò e usci in tutta fretta dalla città; mi diressi allora rapidamente verso quel luogo. La gente si era accalcata intorno alle tende; scesi da cavallo e con fatica passai tra la gente fino ad arrivare vicino all’accampamento. L’Imam Sajjad (as) era all’interno di una delle tende e dopo un po’ uscí. Aveva un fazzoletto in mano con il quale si asciugava le lacrime che non riusciva in nessun modo a trattenere. Da ogni lato si alzarono i pianti e i lamenti della gente. Le donne e le serve iniziarono a lamentarsi, la gente, da ogni lato, faceva le condoglianze all’Imam (as); l’aria era colma del pianto, del lamento dei presenti».

 

 

 

 

 

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